lunedì 27 ottobre 2008

Il passaggio dalla guerra psicologica alle minacce di morte era più che naturale quando, seppure molto provata, le ho detto che il mio ex marito aveva fatto di peggio per cui potevo reggere il tutto tranquillamente.
Come tutti i generali che si rispettino aveva bisogno di una strategia e di valide tattiche di attacco, dal momento che soffre di manie di grandezza la prof. Panariti ha deciso di anticiparmi il giorno del giudizio universale e punirmi seguendo le regole del contrappasso, e poiché lei era stata offesa da una amica ha deciso di usare i miei “amici”[1] per attaccarmi e generare allo stesso tempo il vuoto intorno a me e a mio figlio.
Quando Anna Fasiolo e la “signorina” Zanon non sono state più sufficienti e/o esaurienti, la prof. ha ingaggiato il dott. Roberto Gaboardi il mio più caro compagno di studi e attualmente iscritto al primo anno fuori corso della laurea specialistica in Economia del turismo e dell’ambiente. È stato senz’altro uno scambio equo: piano di studi ad hoc per uno che sostiene “questa è l’unica facoltà dove accettano di tutto, Gallenti dice che vanno bene tutti…, in qualsiasi altro ateneo avrei dovuto rifare chissà quanti esami…”
Ora passiamo invece ad uno dei tanti esempi di servilismo dei cosiddetti professori, in realtà degli assistenti mal pagati, sfruttati e purtroppo costretti ad esguire gli ORDINI del SUPERIORE.[2]
La prof[3]. Rotaris chiede a tutti i frequentanti del corso di Economia del turismo di inviarLe il lavoro di elaborazione e registrazione dei dati sul foglio excel affinché possa visionarlo e correggerlo.
La sottoscritta riesce a completare il tutto restando seduta davanti al computer della facoltà per tutto il pomeriggio, non avendo la possibilità di masterizzare o salvare il lavoro in altro modo decido di inviarlo alla prof. Rotaris, che gentilmente lo cestina!
Il risultato di giorni di lavoro distrutto in un attimo; il giorno dopo lei ha l’ardire di arrivare infuriata perché qualcuno le ha INTASATO la casella di posta elettronica (io)! Le chiedo cortesemente se ha salvato una copia del lavoro prima di distruggerlo, “NO” sentenzia vittoriosa con un mezzo sorriso “si sieda e lo rifaccia!”
Bianca in volto Le chiedo se sta scherzando e se si rende conto della mole di lavoro che ha appena distrutto, “si prenda un caffè e si rimetta a lavoro!” Le faccio notare che data la tensione rischio un ictus, “si prenda una camomilla”…
C’era poi, un professore di nome Moreno che stupito e quasi esterrefatto dalla velocità con cui “divoravo” i testi da lui consigliati ha iniziato a stimarmi e ad apprezzarmi e a farmi sentire quasi una sua “pari”, finché qualcuno non gli ha intimato di essere tanto scortese da risultare un po’ più che offensivo. Senza motivo alcuno, chi il giorno prima mi sorrideva e si congratulava, all’improvviso diventava il più crudele denigratore!
Vorrei rassicurare il prof. Moreno: ho compreso (??!), o almeno credo, sono certa che ciò che ha fatto gli è costato (…?…), qualcuno direbbe: si DEVE SOPRAVVIVERE!!!
Non credo sia la stessa motivazione che darebbe la prof. Monte che ha semplicemente dovuto dare un aiutino a chi seguiva il suo corso di statistica da oltre 5 anni senza capirci nulla; così, grazie ai lavoretti sporchi in casa di Marilena Favale, Sara Schifano[4] al terzo o forse quarto anno fuori corso finalmente segue … con profitto!!!
Ma perché coinvolgere tante persone ci si potrebbe chiedere …, mio fratello, che è un uomo normale, ritiene che se un prof. ti volesse distruggere gli basterebbe non farti superare l’esame: POVERO uomo NORMALE!!! Il piano escogitato con tanta perfidia doveva rendere chiaro alla vittima chi fosse il suo carnefice, che però, allo stesso tempo, doveva risultare agli occhi di tutti estraneo ad ogni vicenda.
(Quando ho invocato l’intercessione di mio zio[5] al fine di chiarire la situazione lui mi ha così rassicurata: “Marilena la Prof. Panariti mi ha assicurato di non essere l’unica ci sono anche altri professori che non ti vogliono più a Gorizia!”. Io non gli ho creduto perché ritenevo, a ragione, che non avessero nessun motivo per odiarmi tanto.
DELICATEZZA (ovvero ogni occasione è buona per umiliare): la prof. Panariti mi dice che il marito è in partenza per la Cina, dal momento che il mio “quasi ex” marito vive a Shangai dove ha aperto un ristorante Le lascio il numero di telefono. Qualche settimana dopo, quando è sicura di avere un auditorio abbastanza consistente mi fulmina: “Mi sa che suo marito è proprio alla frutta! Voleva vendere a mio marito un’azienda…”
Che la prof. Non provenisse da ambienti alti lo avevo intuito da tempo, ma che il suo linguaggio fosse forbito quanto quello di un pesci…
Avevo, inoltre, intuito (forse da come mi osservava dalla testa ai PIEDI?!!!), che la signora soffriva di un certo senso di inferiorità, ma non avevo previsto che questo si sarebbe evoluto in invidia e desiderio di vendetta… fino a minacciare di morte me e i miei figli.
Il ruolo del prof. Fasana: terrorizzarmi e minacciarmi.
Quando ero a Gorizia, Edi Zagar ( il portiere di palazzo de Bassa e carissimo amico del prof. Fasana) mi comunica che qualcuno potrebbe introdurre “roba nella mia casa” e l’accusa sarebbe di spaccio!
Siamo appena a metà marzo, supplico il mio carissimo amico Elia Cusimano di intercedere per me e di avere pietà almeno per mio figlio che a soli undici anni di traumi ne ha subiti anche troppi. Gli chiedo se può finire almeno l’anno scolastico…, No, non hanno nessuna pietà, Elia preoccupato, scuro in volto mi dice: “Marilena torna a casa dai tuoi, forse loro potranno aiutarti”.
Sono spaventata, durante la notte chiamo i miei che sono all’oscuro di tutto, il giorno dopo arriva mio fratello che vive a Milano, ci porta via.
Contatto il prof. Fasana e gli chiedo un colloquio, accetta di venire a casa di mio fratello.
Con savoir faire, amichevolmente, mi consiglia di lasciare Gorizia per sempre, gli chiedo informazioni sul Prof. Mauro Luciano … “Non so” dice furbescamente, “potrebbe essere originario di Bergamo, sai dove le sette sataniche …ricordi di quei bambini… ATTENTA!
Sono convinto che sia un mafioso di non poco conto è riuscito persino ad avere dei corsi al SID!!”
Prima di andar via mi invita ad andare il giorno seguente, domenica 18 marzo alla messa in inglese alla Madonna del Carmine assicurandomi di potermi fornire tutte le informazioni di cui ho bisogno.
INGENUAMENTE il giorno seguente mi reco in chiesa accompagnata da mio figlio William, il carissimo Fasana aveva organizzato una vera partita di caccia, peccato che io fossi la preda! Già davanti la porta della chiesa c’è un mendicante rumeno che mi predice tutto il male di questo mondo … in chiesa sono colta da attacchi di panico che continueranno man mano che Fasana mi trascina per Brera, dove a mendicanti rumeni, tossici e… si alternano parrocchiani suoi amici che mi consigliano di essere più generosa verso chi tende la mano chiedendo denaro.

Tornata a casa non riesco ad accettare che la mia vita e quella di mio figlio vengano distrutte per il capriccio di due professori paranoici. Chiedo a mia madre e a mio zio, Paolo Favale, di intercedere per me, io sono stata dalla prof. Panariti a chiedere scusa per ciò che non ho fatto e per ciò che poteva aver ferito il suo amor proprio, ma non era servito a nulla! Chiedo solo di poter completare i miei studi e di essere lasciata in pace, mio zio dice che la prof. accetta ma una volta a Gorizia devo tenermi lontana e sapere che in facoltà non ho AMICI. Arrivo a Trieste con l’intercity notte Lecce -Trieste delle 21.36 alle ore 9.00 incontro mio fratello che arriva da Milano per farmi “compagnia”; alle 12.00 l’esame di Geografia con il prof. Borruso è superato con successo, mio fratello deve ripartire ma insiste che io pernotti a Trieste e non a Gorizia dove il giorno 2 luglio ho l’esame di informatica con Walcher. Convitti e pensioni sono pieni, convinco mio fratello che è molto più funzionale oltre che pratico (ed economico!!!) tornare a Gorizia dove vi sono tanti convitti gestiti da suore vicino l’università, sarò al sicuro!!! Pernotto presso il convitto delle suore di Viale XX Settembre. La madre superiora mi conforta e mi invita a restare per tutto l’anno, non solo mi propone un prezzo particolare ma mi assicura che, in deroga al ferreo regolamento di rientro per le ore 22.00, può concedermi dei permessi speciali e… Mi fa visitare le parti comuni esaltando i pregi della struttura e delle ospiti …
Il giorno dopo vado in facoltà chiedo le chiavi dell’aula Gis dove conto di poter lavorare indisturbata sul mio progetto preparato per l’esame. Resto lì tutto il giorno fino alla chiusura. Tornata in convitto chiedo alla madre superiora di usufruire di uno dei computer e Le chiedo il permesso di lasciare copie dei miei lavori sul desktop: si tratta di una precauzione che prendo sempre ormai!!! Tranquilla mi dice fai pure, anche perché il convitto è vuoto non c’è più nessuno siamo solo in 4!!!
Il mattino seguente mi reco in facoltà ove mi raggiunge mio fratello che chiede di assistere all’esame, torniamo in convitto dove le sorprese saranno più di una!!!
Mi siedo al computer per eliminare ogni traccia del mio lavoro, l’esame è superato registrato: tutto in regola!!! [6]
Peccato che qualcuno si sia disturbato di eliminare tutto prima che io arrivassi!!! Decido di mandare una mail alla prof. Murer, che da mesi, stranamente, non risponde alle mie richieste di materiale per l’esame di lingua francese (nonostante gli accordi preventivi); arriva la madre superiora: “tu cosa ci fai ancora qui?” “Liberami subito la stanza ho gente che aspetta!”
Non credo di aver sentito bene, (ma non c’erano 200 stanze vuote?) accenno un mezzo sorriso “mi informo per il prossimo anno” Le dico in tono sommesso “guardavo il programma del corso di laurea…”.
LEI: “Non qui, hai capito?, Non qui”.
[1] Ovviamente amici non lo sono per ciò che hanno fatto, ma soprattutto perché io, che nell’amicizia credo profondamente, ci impiego di solito almeno due lustri prima di definire qualcuno AMICO, e questo credo mi abbia salvato dalla disperazione più totale.
[2] In realtà non c’è limite di età, vedi per esempio la Prof: Bressan ; anche lei, nonostante la veneranda età DEVE UBBIDIRE, ESSERE SERVILE E RISPETTOSA, e se per ERRORE sbaglia e si concede un apprezzamento del tipo”Chi la Panariti? Ma se ha scritto solo un libro!” Questa Le è costato il posto di lavoro e non so cos’altro! (che non sia stata ricattata e non sia divenuta addirittura il braccio operativo!? Più spietato e servile?)
[3] Sarebbe forse più appropriato chiamarla cheerleader, vista la giovane età e i poster del fidanzato che gioca a calcio con cui si presenta a lezione!
[4] Guarda caso la stessa che nei primi anni di Università frequentava la casa della Prof., le faceva da baby sitter, da donna delle pulizie … (come è piccolo il mondo!).
[5] Paolo Favale padre di quella Cinzia Favale di cui avevo parlato alla prof. Panariti pochi giorni prima della mia fuga da Gorizia, implorando il suo perdono le ho chiesto scusa se in qualche modo potevo averle mancato di rispetto, seppur del tutto involontariamente. L’ho praticamente supplicata ancora una volta le ho raccontato di ciò che accade nelle buone famiglie del sud, dove le donne tradite vengono curate in quanto “visionarie” , per difendere l’onore delle squald…, per ricompattare famiglie senza amore e senza senso.
[6] In realtà scoprirò solo dopo molti mesi che qualcuno ha dimenticato di inviare lo statino in segreteria per cui… etc. etc.. Giusto per sottolineare: “tu qui non sei la benvenuta” come cortesemente mi diceva il prof. Borruso chiedendomi il perché di tanta insistenza …
19/12/2007
Non appena tornata a casa, consapevole che la prof. non mi avrebbe mai consentito di completare gli studi, ho deciso di cercare un imprenditore illuminato o comunque un’azienda interessata al mio progetto. Dal momento che vivo a soli 3 chilometri dal complesso NOVA Yardinia ho pensato bene di recarmi in primis al Felifonte (il parco acquatico con percorsi didattici del polo turistico), qui vengo edotta sugli ultimi sviluppi e presentata al nuovo vice-direttore Pino delle Rose. Apparentemente cordiale ed interessato, gli illustro il progetto ed in particolare alcuni percorsi che ritengo particolarmente validi non solo dal punto di vista educativo ma anche da quello economico, tra questi quello dedicato alla salvaguardia dell’ambiente ed in particolare quello sull’alluminio quale materiale da me particolarmente apprezzato per l’imballaggio, a questo punto il sig. delle Rose sentenzia “c’era da aspettarselo da una che beve tanta coca-cola!”[1]. Mi chiede di lasciargli il materiale, poi mi licenzia dicendomi che preferisce non avere rapporti con chi parla male dei professori! Ho paura, continua a perseguitarmi anche ora che sono lontana dal Friuli, mi è impossibile costruire un futuro per me e i miei figli. La tecnica è sempre la stessa, mi fa rubare le chiavi di casa ne fa delle copie e poi manda i suoi aguzzini a spiare, perquisire, rubare, vuole che io sappia che sono stati in casa, sa da racconti fatti da me stessa a “colleghi” curiosi che ho già vissuto situazioni simili[2] e che la consapevolezza di terzi in casa che toccano le mie cose mi crea particolare disagio. In quel di Gorizia mi ha fatto rubare le chiavi di casa dal meccanico (il “carissimo” Giacomo) del negozio di biciclette sotto il mio appartamento “CUK”[3], dopo il lavoro mi dava una mano con il trasloco e con la manutenzione e riparazione di tutto l’arredo: insomma era diventato “di casa”! Un motivo in più per non denunciarlo, anche perché la signora Kersevani mia vicina e carissima amica mi ha scongiurato : “Non lo faccia è solo un pover uomo!”
La sig.ra Kersevani (la stessa che qualche mese prima mi diceva: “più la conosco e più le voglio bene!”) alcuni giorni prima della mia fuga ha regalato a mio figlio William un libro: “Don Chisciotte contro i mulini a vento”.
Il dott. Calderone (psichiatra), il dott. Rubino (il mio medico di famiglia) e ogni altro medico (convocati dalla mia famiglia in quanto amici o validi professionisti (?)) mi hanno in fine licenziata dicendomi: “lasci perdere o farà la fine di Don Chisciotte contro i mulini a vento!”
Le Minacce:
Non fare denunce o tu e i tuoi figli non troverete mai lavoro, diffonderò la voce che siete dei ladri.
Ho fatto buon viso (ho sorriso!) a cattivo gioco, Lei: Morirai ridendo.
Non siamo riusciti a mandarti in galera ti manderemo in una clinica psichiatrica!
Ti faremo togliere l’affido dei figli!
Dopo aver rubato[4] tutto il materiale inerente musei e science center raccolto in anni di ricerca sul campo ed indispensabile per il MIO progetto: “Signora Favale lei non ha alcun brevetto se prova a denunciare qualcuno dimostreranno che è lei ad essersi appropriata di materiale altrui” (Parola di Walcher!)
Le CALUNNIE del Prof. Fasana:
sua figlia frequenta brutte compagnie è in un brutto giro, signora non la faccia più tornare a Gorizia.
Ottenendo così un doppio risultato: terrorizza mia madre e si procura degli alleati.

I FATTI IV

Un colpo da maestro:
Sapeva che per vincere doveva attaccarmi lì dove ero più vulnerabile, non ha esitato ed ha giocato la sua ultima carta!
Non so come, (forse leggendo la mia posta elettronica?!!!), ma la prof. Panariti ha scoperto che mi stavo innamorando di uno dei miei insegnanti, una persona ben in vista di cui si sente spesso parlare … (in facoltà! Ragion per cui, ripensandoci, non so quanto fosse spon di).
Un giorno ero nell’ufficio della prof. Panariti lei mi guarda negli occhi e proferisce: se vuole un professore DEVE PRIMA PASSARE SOTTO le donne della facoltà, io sorrido e penso (questa è proprio “matta da legare”; ero terrorizzata ho deciso di far buon viso a cattivo gioco, ho tentato in tutti i modi di compiacerla e di farle capire che non vi era nessuna ostilità aperta nei suoi confronti.
All’improvviso alcune sue colleghe hanno iniziato ad esaltare le doti dell’eccelso prof…
Ogni lezione è diventata un tormento …
Il tormento era raddoppiato dal fatto che l’immagine pubblica, quella di cui mi ero invaghita, (una persona rigorosa dai saldi principi morali, autorevole ma soprattutto dotato di una sensibilità unica, quella propria degli animi più nobili, insomma un “giocatore” delle perle di vetro), spesso non coincideva con quella privata di cui sentivo parlare nei corridoi della facoltà (un ragazzone secondo la sig. Fasiolo, un habituè di discoteche ed enoteche…, stando ai racconti del giorno dopo degli studenti).
La prof., intanto, non perdeva occasione di menzionare il fatidico nome fino al giorno in cui mi chiede “ma lei non viene a Berlino? Quest’anno viene anche …
L’invito sempre più insistente è diventato il mio nuovo tormento, il prof. Paolo Iancis ha tentato di dissuadermi “non ci vada o saranno scintille”[5]; d’altro canto la sig. Fasiolo aveva tanto amorevolmente sentenziato: “se la Panariti ti ha invitata vai tranquilla lascialo perdere e poi non devi pagare nulla c’è una nuova legge…!
Vista la mia reticenza la prof. a lezione invita le ragazze a portarsi un abito da sera perché, questa volta si andrà a vedere Brecht! Peccato che l’unica tragicommedia che ho visto a Berlino era la “Panariti-Bressan” che ci fanno gelare mentre loro in un negozio di ottica si scelgono gli occhiali! (Ma non eravamo andati lì per i musei e … Mah?!). Lui che era fuori con noi ci ha tenuto su il morale: “anche l’occhio vuole la sua parte!”

[1] Questa informazione poteva venirgli solo da chi si era introdotto nel mio appartamento di Gorizia. L’ultimo mese approfittando delle offerte del LIDL avevo fatto scorte di bevande gusto cola.
[2] Al ritorno dalla pausa natalizia, nel gennaio 2007 ho incontrato Stefano Piccinno, amico intimo di un certo Francesco Perrone e particolarmente gentile nei miei confronti (voleva a tutti i costi aiutarmi!!!), dice di essere stato in Spagna dove gli hanno rubato tutto ma ha dell’ottimo materiale per me per l’esame di geografia. Sinceramente non capisco tutta questa premura e, comunque, per tirargli su il morale, gli dico che i furti sono parte del vissuto quotidiano ormai, e che, io stessa, ne ho subiti diversi. Gli ho narrato dell’orrore che provai quando scoprii di essere stata vittima per mesi di qualcuno che, puntualmente ogni notte, furtivamente si introduceva nella nostra abitazione, portando via ciò che non destava tanto sospetto (dallo yogurt in frigo alla videocamera che usi solo in vacanza!), ma che piuttosto portava tutti noi a dubitare della nostra stessa memoria e/o della lealtà dei familiari conviventi. Si trattava di un furbetto sieropositivo con più di mille denunce a carico; arrestato per l’omicidio di una anziana signora troppo coraggiosa e difeso dall’ormai famoso avvocato Errico che lo ha reso celebre sulle emittenti rai prima che morisse per AIDS.
Avevo raccontato a Stefano l’orrore e il terrore che ho provato quando abbiamo capito che l’autore dei furti era lui, io ero in attesa del mio primogenito e il pensiero che quel furfante avesse bevuto, mangiato, toccato tutto ciò che mi circondava mi portava a disinfettare tutto con candeggina pura!
[3] Strano che il mio fedele tuttofare abbia deciso di tradirmi solo dopo che il dottor Roberto Gaboardi era venuto a conoscenza della sua esistenza e del suo ruolo!
[4] Hanno rubato tutte le copie che avevo disseminato tra la casa paterna, quella coniugale e quella di Gorizia; delle centinaia di slides raccolte non vi è più traccia.
[5] Altro che scintille, una serie infinita di offese e giochi puerili ma sempre all’insegna della volgarità, che allora pensavo fosse una prerogativa della Bressan (suo portavoce oltre che braccio esecutivo) e che solo oggi comprendo essere una peculiarità propria della Prof. Panariti.

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